LA GIORNATA DEI PIONIERI DELL’ADDITIVE MANUFACTURING: 30 ANNI DI AM MADE IN ITALY
Agli inizi degli anni ’90 alcuni “folli” ora “pionieri” credettero in questa nuova tecnologia produttiva e gli dedicarono la loro intera vita lavorativa. L’inizio fu difficile soprattutto per la limitata diffusione del CAD 3D ma la tenacia ha premiato gli sforzi e ora l’AM è una delle più importanti tecnologie abilitanti del piano Industria 4.0. Dopo trent’anni di attività commerciali, industriali e accademiche è giunto in momento di riunire i “Pionieri dell’AM” per ricordare il passato e per lanciare lo sguardo sul futuro di una tecnologia che è diventata a tutti gli effetti una alternativa ai processi produttivi convenzionali.
L’Additive Manufacturing (AM) è stato inserito fra le 10 più importanti tecnologie Breakthrough dalla MIT Technology Review nel 2013, anno in cui la General Electric annunciò l’introduzione di componenti AM nei motori aeronautici. A partire da quel momento è universalmente riconosciuta come una tecnologia “dirompente” con un potenziale di crescita, grazie applicazioni e allo sviluppo di attività di ricerca scientifica e industriale a livello internazionale.
L’AM è il naturale discendente della Prototipazione Rapida che è apparsa in Italia alla fine degli anni ’80, i primi stereolitografi furono installati nel 1988 a Torino presso il Costruzioni Sperimentali FIAT e la Stelit a Trento.
I 21 Pionieri italiani provengono da tre Università (Politecnico di Torino, Università di Modena e Reggio Emilia, Politecnico di Bari) e da 16 tra Centri di Ricerca, Società Industriali, Commerciali e di Service.
Il Prof. Luigi Maria Galantucci ha portato il contributo del Politecnico di Bari, che come prima struttura universitaria del Meridione e terza dell’itero Paese ha avviato sin dal 1996 studi sulla Prototipazione Rapida ed attivato il primo laboratorio di Prototipazione Rapida e Reverse Engineering nel 2000.